La cabina elettrica: quando occorre, conformità catastale, a norma di legge, mt/bt, ammortamento

“Una cabina elettrica è in genere destinata ad almeno una di queste funzioni: trasformazione, conversione, regolazione o smistamento dell’energia elettrica.

La cabina di trasformazione è il complesso dei conduttori, delle apparecchiature e dalle macchine atte a trasformare la tensione fornita delle linee MT ai valori di alimentazione delle linee BT.

La cabina di smistamento consente di derivare da una o più linee in arrivo un maggior numero di linee in partenza, senza effettuare alcuna trasformazione; essa costituisce un nodo di diramazione dell’energia.

Un’altra distinzione riguarda le cabine pubbliche e quelle private (o cabine di utente): le prime sono di proprietà dell’ente distributore dell’energia elettrica e servono per l’alimentazione delle utenze private in BT con tensione monofase 230 V e tensione trifase 400 V; le seconde sono di proprietà dell’utente e servono per l’alimentazione di impianti privati di grandi dimensioni (orientativamente oltre i 100 kW di potenza installata), con fornitura dell’energia elettrica in MT. Le cabine sono formate da tre stanze: una di derivazione della MT e vi ha accesso solo l’ente erogatore; la seconda è la sala di controllo dei consumi e vi hanno accesso sia l’ente che l’utente; alla terza ha accesso solo l’utente. In questa stanza sono presenti il trasformatore e i quadri elettrici di media e bassa tensione manovrabili dall’utente.”

*fonte Wikipedia

 

Quando occorre la cabina elettrica?

Una cabina elettrica può servire quando l’utente richiede all’ente distributore di energia elettrica valori particolarmente elevati di corrente; l’utente in questione puo’ essere ad esempio un condominio, una scuola oppure un complesso industriale che richieda alti assorbimenti per cui occorre l’allaccio alla rete in media tensione e non in bassa. Stiamo infatti parlando di allacci superiori ai 200kW.

In Italia abbiamo diverse aziende che distribuiscono energia elettrica, solitamente con allaccio in bassa tensione, quindi fino a 70kW; oltre i 70kW e fino a 200kW. L’allaccio può essere effettuato alla rete di distribuzione della bassa tensione o dell’alta tensione e spesso sono importanti la disponibilità e la distanza dalla rete di distribuzione; superati i 200kW l’allaccio avviene in media tensione utilizzando una o più cabine di trasformazione.

Le norme fondamentali da rispettare sono le seguenti: CEI 11-18.

Come già anticipato sopra, un progetto per una cabina elettrica prevede tre spazi: uno di pertinenza della sola rete distributrice dell’energia elettrica, il locale di consegna (derivazione); uno di pertinenza dell’utente, con il trasformatore ed i quadri elettrici manovrati dall’utente; infine, un vano intermedio ai due precedenti che è caratterizzato dalla presenza delle apparecchiature di misura (sala di controllo dei consumi); in tutti i vani del distributore e dell’utilizzatore devono essere disposte tutte le apparecchiature di manovra, sicurezza e controllo.

L’allocazione della cabina di trasformazione, dal punto di vista delle dimensioni dovrebbe garantire la minima spesa dei cavi di distribuzione dell’energia e di tutto quanto correlato. Inoltre il locale di consegna deve sempre essere posto sul perimetro della proprietà dell’utente con accesso diretto dalla strada pubblica. Lo stesso vincolo, aumentato a motivi di natura economica, determina la stessa posizione anche per la cabina di trasformazione.

Esistono cabine elettriche essere realizzate sul posto oppure cabine elettriche prefabbricate omologate Enel, in questo caso le norme di riferimento sono le CEI 17-6 e 17-13. Poichè le cabine di trasformazione sono dei veri e propri manufatti edilizi, come tali per essere installati sono soggetti alle leggi e alle norme vigenti per il settore edile nel comune di riferimento, per cui sono indispensabili il permesso di costruire.

Una caratteristica fondamentale delle cabine di trasformazione è la ventilazione dovuta all’esigenza di dissipare nell’ambiente esterno il calore prodotto da uno o più trasformatori.

La quantità di energia dispersa per calore, tra primario e secondario, è tale da poter ritenere il trasformatore una macchina quasi trasparente al passaggio di potenza.

>Nel caso di trasformatori che lavorano in parallelo, ci sono vantaggi rispetto al singolo come ad esempio la continuità di servizio se uno dei due si guasta e la possibilità di far lavorare uno solo di essi o entrambi in funzione delle variazioni di carico.

Inoltre ricordiamo l’impianto di terra che è una componente essenziale delle cabine elettriche ai fini della sicurezza e deve essere strutturato in base alla resistività del terreno e protetto dai contatti indiretti.

Altra cosa fondamentale è il dispositivo di interruzione, azionabile in caso di guasti e corto circuiti.

Infine l’ammortamento cabine elettriche: anche se bisogna valutarlo in circa uno o due anni, il costo è comunque ampiamente compensato dal basso prezzo per kWh dell’energia fornita in MT.